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Trend Positivo nel terzo trimestre per le imprese della Provincia di Isernia

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L’imprenditoria italiana si mantiene vitale e nuove forze continuano ad entrare nel mercato ma il battito del sistema rallenta e, per molti, aumentano le difficoltà a restare competitivi. E’ questo il profilo che emerge dai dati sulle aperture e chiusure di imprese nel terzo trimestre del 2011, diffusi da Unioncamere sulla base di Movimprese, la consueta rilevazione condotta trimestralmente da InfoCamere a partire dai dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio. Tra luglio e settembre il bilancio demografico delle imprese della regione Molise, rilevato attraverso i registri camerali ha fatto registrare un trend positivo, dello 0,38 % delle iscrizioni e un numero di iscrizioni superiore rispetto alle cessazioni, anche se con un incremento inferiore rispetto al 2010. Il saldo del terzo trimestre del 2011 risulta sì positivo, ma inferiore rispetto alla crescita dello 0,51% del 2010. La provincia pentra si è classificata, anche per questo trimestre, al settimo posto tra la graduatoria provinciale registrando un tasso di crescita pari allo 0,53%. Purtroppo le imprese artigiane, rispetto al trimestre del 2010, fanno registrare una diminuzione delle iscrizioni ed una preoccupante accelerazione delle cessazioni con un trend negativo di crescita pari allo 0,28%; infatti a fronte delle 43 iscrizioni, ben 64 imprese sono cessate per un saldo negativo pari a -21 imprese. Anche per quanto riguarda le cooperative, la situazione non è delle migliori registrando un saldo negativo pari al -1,62%, inferiore però rispetto al trend negativo dello scorso trimestre. Per ciò che riguarda il dato nazionale, grazie al saldo attivo del trimestre da poco concluso, pari a 19.833 unità, alla fine di settembre lo stock complessivo delle imprese ha raggiunto il valore di 6.134.117 unità, tornando praticamente ai volumi raggiunti nel 2007. Il recupero della base imprenditoriale è tuttavia il risultato di dinamiche contrapposte tra natalità e mortalità delle imprese, in rallentamento le prime e in aumento le seconde. Il riavvicinarsi delle due lame della “forbice anagrafica” testimonia le difficoltà che l’economia italiana sta registrando in questi ultimi anni e restituisce un saldo trimestrale di 19.833 imprese, positivo ma inferiore di un terzo (-33,1%) rispetto al corrispondente saldo rilevato nel 2010. “Il bilancio tra aperture e chiusure di imprese resta attivo ma si va riducendo e questo è un segnale di allarme importante” ha commentato il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. Ma se a tirare il mercato in questo momento è soprattutto l’export, la priorità di tutto il sistema camerale, ha sottolineato Brasiello, Presidente dell’Ente camerale, è quella di spingere verso tutta una serie di iniziative e programmi che mirano a favorire il ruolo della promozione, valorizzando le competenze che ci sono già, come la rete della Camere di commercio italiane all’estero. Sul versante interno, per ridare slancio alla domanda occorre restituire capacità di spesa alle famiglie e spingere sulle liberalizzazioni, aprendo i mercati alle forze più innovative, continuando nel processo di semplificazione delle attività d’impresa e promuovendo azioni a tutela del credito alle imprese, fonte di sostentamento per molte imprese in particolare quelle più piccole, come le artigiane, oggi più in difficoltà delle altre”. Sotto il profilo settoriale, ad esclusione dell’agricoltura, nel trimestre tutte le tipologie di attività evidenziano saldi positivi, con il Commercio (+5.425 imprese), le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+4.299) e le Costruzioni (+3.345) a dare i contributi maggiori alla crescita di luglio-settembre. Nell’arco più ampio dei nove mesi, tuttavia, in aggiunta all’agricoltura il bilancio anagrafico evidenzia una riduzione della base imprenditoriale anche per le Attività manifatturiere (-1.712 imprese). Infine, guardando al territorio, la circoscrizione più dinamica si conferma ancora una volta il Centro Italia (+0,4%) trainato dal buon risultato del Lazio, la regione dove la crescita relativa è stata più elevata (+0,5%). In termini assoluti, il maggiore contributo al saldo è venuto dal Mezzogiorno, dove sono state rilevate 6.074 imprese in più (lo 0,3%) rispetto alla fine di giugno. Tra le regioni, dopo il già citato Lazio, in termini relativi hanno fatto bene Campania e Trentino Alto-Adige (entrambe a +0,46%), Liguria e Calabria (+0,39%). In termini assoluti, il miglior risultato spetta invece alla Lombardia (3.276 le imprese in più nel trimestre), seguita dal Lazio (+3.012) Campania (+2.521) e Toscana (+1.549). Parzialmente diverso è il quadro nell’arco dei primi nove mesi dell’anno. Se lo scettro del dinamismo resta alle regioni del Centro (+1,1%), il saldo più consistente in termini assoluti lo fa registrare la circoscrizione del Nord-Ovest, con 14.570 imprese in più. Nella classifica delle regioni in termini assoluti, la Toscana (+4.647 imprese) sopravanza la Campania (+4.444) al terzo posto dopo Lombardia e Lazio, rispettivamente a +11.067 e +8.691. Il risultato del trimestre appena concluso, ribadisce Brasiello, è positivo perché i volumi delle cessazioni, sono inferiori ai volumi delle iscrizioni. “Ci troviamo in un periodo difficile dove ciascuno deve dare il proprio contributo di positività per superarlo. Le forze imprenditoriali stanno facendo la loro parte, dimostrando di credere nel mercato e accettando le sue sfide, nonostante i tanti ostacoli riscontrati, che frenano chi vuol fare impresa, occorre ora una spinta di accelerazione dalla politica con misure a sostegno della ripresa economica di cui il nostro paese ha tanto bisogno”.
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